La spesa pubblica nel 2024 secondo gli ultimi dati Istat: un quadro in chiaroscuro

01/04/2025

Lo scorso 3 marzo sono stati pubblicati i dati Istat relativi all’indebitamento delle Pubbliche Amministrazioni italiane nell’anno 2024.

Nel complesso, l’Istituto ha rilevato un miglioramento significativo, con un’esposizione complessiva del 3,4% in rapporto al prodotto interno lordo, in calo rispetto al 7,2% del 2023. Ciò è ascritto principalmente all’incremento della pressione fiscale, passata dal 41,4% al 42,6% del PIL, ed ha consentito di raggiungere un avanzo dello 0,4%/PIL, che, seppur computato al netto degli interessi, delinea una chiara inversione di tendenza rispetto al disavanzo (3,6%) del periodo precedente.

Al contempo, tuttavia, la spesa per interessi è aumentata del 9,5% ed il debito ha superato i 3.000 miliardi di euro nel novembre 2024, pari al 135,3% del PIL, in crescita, anch’esso, dello 0,7%.

Più precisamente, le uscite totali della PA, pari a circa la metà del PIL (50,6%), hanno registrato una diminuzione annua del 3,6%, resa possibile dalle minori uscite in conto capitale (-39,9%). Decisivo, a questo riguardo, il “taglio” all’erogazione di contributi agli investimenti (-72,9%), specie con riguardo alle agevolazioni edilizie come il cd. superbonus. Le spese dirette per investimenti sono aumentate, invece, del 14,3% e le uscite correnti del 3,9%, per lo più a causa di politiche espansive sul versante delle assunzioni (+4,5%), del welfare (+5,1%) e dei consumi intermedi (+6,7%).

Su tutti questi dati influisce, ovviamente, la stima del PIL, che sulla base dei prezzi al consumo è attestato dall’Istat a 2.192.182 milioni di euro correnti, in aumento del 2,9% rispetto al 2023 (“solo” +0,7% se considerato al netto dell’inflazione).

Ignazio Spadaro

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